Photo by monicore

Nel 1939 Chiara si trova a Loreto per partecipare ad un corso di "Dirigenti di Azione Cattolica". Il santuario di Loreto, nelle Marche, custodisce la "Santa Casa di Nazareth", ovvero la dimora dove Gesù, Giuseppe e Maria sono vissuti e che, secondo la tradizione, sarebbe stata portata in Italia dagli angeli.
"Contemplo col pensiero la vita verginale dei tre: 'Dunque Maria avrà abitato qui- penso- Giuseppe avrà attraversato la stanza da lì a lì. Gesù Bambino in mezzo a loro avrà conosciuto per anni questo luogo. I muri avranno riecheggiato la sua vocetta di infante...' Ogni pensiero mi pesa addosso, mi stringe il cuore, le lacrime cadono senza controllo. Ad ogni intervallo del corso, corro sempre lì: quella convivenza di vergini con Gesù fra loro ha su di me un'attrattiva irresistibile. Tornata nel Trentino, in un paesino della Val di Sole, dove facevo scuola, trovo i miei alunni e il parroco che mi vede felice e mi fa una domanda: 'Hai trovato la tua strada?' 'Sì' rispondo. 'Il matrimonio?'. 'No'. 'Il convento?'. 'No'. 'Rimarrai vergine nel mondo?'. 'No.'
Capisco che è una cosa nuova. Ma non so altro. A Loreto avevo avuto plasticamente, vorrei dire, la visione, la prima idea di quello che sarebbe stato il focolare, per il quale è indispensabile, per l'amore sempre vivo, la presenza spirituale di Gesù in mezzo a noi, come era fisicamente per Maria e Giuseppe."
L'ultimo giorno di quel ritiro, vedendo la chiesa gremita di giovani, Chiara intuisce: "Sarai seguita da una schiera di vergini".
Tanti di noi hanno fatto parte o ancora fanno parte di quella schiera di vergini che avrebbero seguito Chiara nella sua "quarta strada", la consacrazione in focolare.
Ma qualche cosa, quasi sin dagli inizi, si è inceppata nella vocazione al focolare. Ancora con Chiara in vita, a cominciare dagli anni '80 si è assistito a un fenomeno di defezioni e uscite dal focolare che ha assunto con tempo la caratteristica di un'emorragia. Il presente, dove contiamo sulle dita di una mano quei pochissimi giovani che decidono di consacrarsi a Dio, getta un'ombra scurissima sul futuro. E tanti di noi, angosciati si chiedono cosa ne sarà dei focolarini e delle focolarine?
Ma qualche cosa, quasi sin dagli inizi, si è inceppata nella vocazione al focolare. Ancora con Chiara in vita, a cominciare dagli anni '80 si è assistito a un fenomeno di defezioni e uscite dal focolare che ha assunto con tempo la caratteristica di un'emorragia. Il presente, dove contiamo sulle dita di una mano quei pochissimi giovani che decidono di consacrarsi a Dio, getta un'ombra scurissima sul futuro. E tanti di noi, angosciati si chiedono cosa ne sarà dei focolarini e delle focolarine?
- La "convivenza di vergini con Gesù fra loro" è davvero possibile e reale nella prassi del focolare?
- Impostare tutto su una Grazia, la promessa della presenza di Gesù a chi si riunisce in suo nome, rischiando di scambiarla per un automatismo, non é forse rischioso e fonte di frustrazione?
- Se per i più disparati motivi nei focolari non c'è la presenza constante di "Gesù in mezzo" che senso ha questo tipo di convivenza?
- Come mai le vocazioni al focolare sono così poche?
- Come mai la nostra vita non attrae più?
- Come è stato possibile che in così breve tempo, ancora con Chiara in vita, la consacrazione al focolare sia entrata in crisi?
- Quale è lo specifico contributo di noi focolarini e focolarine alla Chiesa oggi?
- Non sarebbe il caso di indire un "capitolo generale" di tutti i focolarini e focolarine nel mondo e cercare insieme di ripensare, correggere, limare, aggiustare, calibrare la vocazione al focolare?
- È stato forse uno sbaglio di Chiara impostare la vocazione a partire dalla sua persona?
- Chiara ha davvero vissuto come tutti noi la stessa esperienza di focolare?
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